di Francesca Sepe / Social Media Manager: Essere o Apparire… io dico, è troppo chiedere entrambe le cose?
Business, marketing, digital marketing… Che paroloni! Eppure sono proprio gli agenti del settore che mandano avanti l’economia del nostro Paese.
Ma per ottenere un’ottima strategia di marketing occorre coccolare l’utenza, carpire le esigenze di un brand i cui amministratori sono troppo occupati a far quadrare i bilanci ed è proprio qui che entra in gioco il nostro agente segreto, l’eroe che la community merita ma di cui -a volte- non ha bisogno, colui che cela il proprio volto dietro il logo aziendale, destreggiandosi tra algoritmi capricciosi ed esaurimenti nervosi con pianificazioni editoriali non pervenute.
Il social media editor o community editor si occupa prettamente di implementare quelle strategie di contenuto per i canali social, rendendosi responsabile della presenza aziendale con particolare attenzione all’immagine e alla reputazione.
I social sono in continuo movimento e così il Social Media Manager.
Siamo tutti in grado di caricare post di gattini sui nostri profili e ottenere fiumi di like, interazioni e condivisioni, questo non ci rende Social Media Manager, perché il ruolo prevede solo in minima parte quello di pubblicare contenuti.
È infatti strettamente legato alla capacità personale di gestire il marketing e la pubblicità, coordinare l’immagine e le attività di comunicazione della propria azienda, associazione, istituzione o figura pubblica, per riuscire a raggiungere ogni giorno il target a cui si rivolge, per tradurre tutto ciò in contatti, clienti, testimonial e non lo fa tramite siti web o motori di ricerca, ma su piattaforme dinamiche come Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram, TikTok, YouTube.
Creatività e comunicazione sono dunque i pilastri del SMM, ma cosa rende un contenuto bello, interessante e strategicamente valido?
Munito della sua tazza di caffè giornaliera, il SMM è spesso costretto a una scrivania a spulciare i nuovi trend, l’andamento di mercato e anche il riscontro di tutti coloro che circondano il settore di cui si occupa; deve tener conto e fare in modo che l’obiettivo dell’azienda collida e si intersechi perfettamente con i desideri, le pulsioni e le passioni della community, scegliere e gestire tutti -o quasi- i canali divulgativi e quali sono i social network migliori per la sua azienda, definire il tipo di comunicazione, che può essere formale, informale, classica, nosense, ironica… Purché tutto questo attiri l’attenzione!
Curare l’estetica della divulgazione, puntando alla strategia, realizzando composizioni fotografiche bilanciate o contenuti efficaci è cruciale per offrire un servizio di qualità.
Perché il SMM è una diva che ama e rispetta il suo pubblico senza cui non esisterebbe, ma desidera che il suo pubblico lo ami e rispetti a sua volta… Vuole le interazioni, vuole i like, vuole trasporre i suoi gloriosi propositi!
Un’idea un po’ narcisistica dunque, eppure mantenere le promesse è necessario, ciò induce ad ambire a un’ostinata perfezione che molto spesso si tramuta in un estenuante loop privo di uscita in cui i colleghi si supportano a vicenda e spesso sono costretti a dirsi “Ora basta”. La palette dei colori è cromaticamente bilanciata, il testo è privo di refusi, quell’angolino del libro non è perfettamente orientato di 90° nell’obiettivo, ma ce ne faremo una ragione… “Adesso, pubblica!”
Dopotutto, prima che qualcuno si interroghi sul contenuto, deve prima fermarsi a guardare e gli occhi rivelano sempre messaggi importanti: se qualcosa ci attrae, la pupilla si dilata.
Il troppo storpia ma il giusto equilibrio fa la differenza.
Il SMM è anche un po’ sociologo, deve tener conto continuamente delle esigenze dell’utenza e dargli ciò che desidera, pur rispettando i canoni aziendali: fantasia, inventiva, saper reinventarsi, dare la carica motivazionale e fomentare rendono la Pozione Polisucco perfetta! Può assumere temporaneamente i connotati del suo pubblico e capirlo per accontentarlo.
Ultimo ingrediente? Una generosa dose di camomilla.
Il tono di voce è la personalità di un brand e viene rappresentato dal SMM che osserva, ascolta, risponde e coinvolge, magari favorendo un dibattito; a volte ricopre funzioni di customer care, altre si ritrova a gestire piccole o grandi crisi di comunicazione. Non è una mansione opzionale: mai ignorare domande e critiche, le risposte devono essere sempre esaustive e cortesi, mai banali o standardizzate.
Il contatto col pubblico è un meraviglioso scambio di informazioni che stimola le sinapsi, ma può anche rivelarsi particolarmente stressante; essere gentili e soddisfare ogni richiesta h24 potrebbe risultare davvero impegnativo. Ragion per cui… Allestire una spa in casa, godersi un bicchiere di vino e un buon libro non è mai una cattiva idea per concludere la giornata lavorativa da SMM!