di Serena Matarazzo / NAL – Nerd Ante Litteram. Ludovico Ariosto, il nerd dell’Umanesimo.
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Solitario, un po’ secchione, un po’ poltrone. Questo il ritratto perfetto del nerd.
Gli appassionati di serie tv riconosceranno questo personaggio nei soggetti ritratti da Chuck Lorre e Bill Prady in The Big Bang Theory. Oh, il nostro amato Sheldon Cooper!
Eppure, se ci pensate un attimo, non è poi così difficile ritrovare un po’ di sana nerditudine anche in certi insospettabili esponenti della letteratura classica. È facile, dai!
Lo scrittore se ne sta ore ed ore a macinare storie su storie sulle sudate carte. Pensate a Dante, a Proust, a Kafka.
Maniaci della perfezione stilistica e narrativa, poco inseriti socialmente, di scarsa prestanza fisica, poco appettibili agli occhi del gentil sesso.
Li vogliamo raccogliere in questa rubrica, in una sorta di Nerdoverso letterario, un universo di scrittori nerd, e lo facciamo utilizzando il prezioso aiuto del nerdabolario, che raccoglie i vocaboli “da nerd” che si usano frequentemente quando si gioca online.
E grazie anche al blog di Galatea, che mi ha fornito spunti preziosissimi per capire la nerditudine della prima penna eccellente di questa rubrica: Messer Ludovico Ariosto.
Ludovico il Camperone.
Riprendendo un termine da nerdabolario, Messer Ludovico è un camper – o camperone, perché si sa che gli accrescitivi sono sempre più potenti.
Nel gaming, il camper è colui che campera, ovvero passa molto del suo tempo inerme, all’interno del gioco, in attesa di una preda che compaia facile davanti a lui.
Il Camper, invece di andare in giro a sparare, si accampa letteralmente in un punto della mappa, per lo più seminascosto, e aspetta, reiterando questa pratica di camperaggio perpetuo.
Tra il 400 e il 500, in pieno Umanesimo, gli artisti trottolavano di corte in corte. Un sonetto di qua, una rima di là. Ma Ludovico, da buon Camperone, proprio no. L’idea di spostarsi di corte in corte non se la filava manco di striscio. Meglio rimanere inchiodati al posto fisso della corte di Ferrara, evitando ogni altra seccatura.
Ludovico’s virtual life.
Eppure, Ludovico aveva una frenetica vita mentale. O virtuale, restando in tema. La sua testa lavorava alacremente e di fatto creò nientepopodimenoché l’Orlando Furioso, quell’intreccio di trame, svolte e complessi colpi di scena che rappresentano l’esemplare perfetto del poema epico-cavalleresco.
L’Orlando furioso è tutto un intrecciarsi di Cliffhanger, e di Crossover, e di DownLoadable Content: cose che restano in sospeso, escamotage per indurre il lettore a guardare la puntata successiva, contenuti aggiuntivi.
Giochi di ruolo alla Dungeons&Dragons. Puro entertainment.
Anche il suo protettore, il Cardinale D’Este, al momento della consegna del capolavoro gli chiese: “Messer Lodovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?”.
Un Duca un po’ Noob.
Ma anche il rapporto con la corte è un bel tasto dolente nella storia di Ludovico. Alla corte di Ferrara, gli capitò come protettore quel Noob di Ippolito d’Este! – Noob sta per Newbie, in genere inteso in senso dispregiativo, viene affibbiato a qualcuno “nuovo e incapace” in un certo ambiente.
Dunque, potevano capitargli Alfonso, duca illuminato, o Lucrezia Borgia. No, a Ludovico Ariosto capitò Ippolito d’Este, cardinale gretto e ignorante, il meno skillato di tutti.
Il Cardinale non capiva nemmeno i poemi scritti da Ariosto e Ludovico riuscì a imporsi solo quando Ippolito provò a portarlo con sé in Ungheria. Perché, come sapientemente riportato sul blog di Galatea “va bene tutto, e la pagnotta si deve portare a casa, ma finire in fondo al mondo, fra barbari che mangiano male e vivono al freddo, no”. Col fischio che Ludovico si faceva ownare da quel noob! – ownare, ovvero battere, possedere.
Game Over.
Dunque, per il resto della vita, Ludovico mantenne una certa coerenza: pigro e indolente, rifiutò ogni tipo di confronto di gioco. Per ragioni economiche accettò solo l’incarico di governatore della Garfagnana, e fece anche bene, ma una volta tornato a Ferrara si fece assegnare incarichi meno impegnativi, come responsabile degli spettacoli di corte.
E fu pigro anche nella vita privata. Pare che sposò in gran segreto una donna, Alessandra Benucci, poiché il fatto di aver preso gli ordini minori gli imponeva di rimanere celibe. Una vera mossa da lamer! – questo è più simile a un insulto, in quanto è come se ci dicessero che stiamo barando.
E forse aveva anche ragione a preferire una vita lenta e senza troppe piroette. Durante uno dei pochi viaggi diplomatici che fu costretto a compiere, si beccò una enterite, che lo spedì dritto dritto nell’aldilà.
E dunque… maghi, castelli incantati, spade magiche, donne, cavalieri, armi e amori… veniteci a dire che Messer Ariosto non era un grandissimo nerd!
Press Play for The Next Level!