di Serena Matarazzo / Le recensioni – Anche domattina di Carmela G. Tomei
BIO
Carmela Tomei è laureata all’Istituto Universitario “l’Orientale” di Napoli in lingua e letteratura inglese e giapponese. Ha fatto la libraia per diversi anni, impiegando lo stipendio in libri e viaggi e il tempo libero in teatro e musica. Da quando è diventata madre ha diminuito i viaggi e sopperito alla mancanza mettendosi a inventare storie sia per bambini (“Magie e incantesimi casalinghi”, ed. Arpeggio Libero), sia per adulti (“Anche domattina”, ed. IoScrittore-GeMS), e seguendo corsi di scrittura. Quando riesce, insegna inglese alle scuole medie e superiori.
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Finalista del torneo IoScrittore, il romanzo di Carmela Tomei è una piacevolissima lettura. Con una scrittura moderna e diretta, la Tomei racconta il matrimonio tra Daniele ed Eleonora partendo dalla fine, dal punto di non ritorno. Eleonora se n’è andata, lasciando il marito in una fase di elaborazione delle motivazioni che si traduce in costanti riflessioni con amici, parenti ed estranei. E sin da subito anche noi ci chiediamo “ma perché se n’è andata?”. L’intreccio è abilmente costruito per far sì che ogni domanda si palesi in testa al momento giusto.
La narrazione procede sempre in prima persona: il punto di vista di Daniele si alterna a quello di Eleonora attraverso una combinazione ben ragionata di monologhi, dialoghi e forma diaristica. Un lavoro sicuramente ostico eppure l’autrice riesce bene nell’impresa. Anche nel caso dei monologhi non manca mai il contraddittorio nei racconti di Daniele. Le sue conversazioni con la figura del barista, che che c’è ma non si vede e non si sente, hanno il sapore di un dialogo terapeutico. Le sollecitazioni dei diversi occhi esterni (il barista, Serena, Davide, Patty) aiutano il protagonista a partorire di volta in volta una verità nuova, forse anche un po’ scomoda.
In diversi punti scappa anche una sanissima risata. A questo proposito, impossibile non sottolineare il ruolo delle capere, che a intervalli regolari intervengono nella vita dei due sposini e li accompagnano attraverso le tipiche strategie napoletane dell’inciucio e della simpatica invadenza. Fantastiche!
Una nota a margine per la scelta della punteggiatura, profondamente delicata in diversi punti. Molto bello il passaggio iniziale al capitolo 9, con l’email di Daniele destinata a Eleonora che si apre così:
“Tesoro mio.
Avrebbe dovuto essere l’inizio di una e-mail, so che ci va la virgola dopo, ma non ti chiamo ‘tesoro’ da così tanto tempo che ho voluto soffermarmi ad assaporarne il peso. Tesoro. Amore. Mio.”
Questo punto è finissimo. Qui sentiamo tutto il peso che può avere la scelta della punteggiatura giusta in un testo. È un punto solenne, che taglia il respiro e dice al lettore quello che deve provare, senza troppe parole, perché qui Daniele non ha più nessuno da attendere, può solo fermarsi e assaporare il peso di un’assenza.
Il resto lo lasciamo a voi perché i motivi dell’assenza di Eleonora meritano di essere scoperti senza nessun altro filtro. Lettura consigliatissima!
Ringraziamo l’autrice per averci concesso la possibilità di leggere la sua opera.
Alla prossima.
Citazione preferita
… avevo appena saputo di aver vinto la borsa di studio per Kyoto e volevo festeggiare. Ti scrissi Vorrei invitarti a raffreddare un caffè, e mi rispondesti Un caffè freddo, intendi? e io: No, intendo te e me al bar che ordiniamo un caffè e siamo così presi a parlare e ridere che quello si raffredda e non ci importa.